CHE COS'È LA GNATOLOGIA?

La gnatologia è la branca dell’odontoiatria che studia e cura l’anatomia e la funzione dell’apparato masticatorio. Esiste una stretta relazione tra il corretto contatto tra le due arcate dentali, i muscoli mandibolari e le ossa cranio-mandibolari; la gnatologia si occupa proprio di studiare e ripristinare il corretto equilibrio tra questi distretti risolvendo la sintomatologia che ne deriva.

LO GNATOLOGO

PERCHÈ

Fisiologicamente il movimento della mandibola avviene in maniera libera, senza andare ad affaticare le strutture ad essa annesse. Nei casi di malocclusione e/o di disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare però questo movimento non è più libero con frequenti disturbi alla fonazione, all’udito e alla postura. In presenza di mal di testa frequenti, dolori articolari, acufeni (fischi alle orecchie) è sempre consigliabile rivolgersi ad uno specialista in gnatologia. Una visita gnatologica infatti può mettere in luce la presenza di malocclusioni, disordini dell’articolazione temporo-mandibolare o cranio-cervico-mandibolari (che spesso sono silenti).

COSA FA

Lo gnatologo è un dentista specializzato in gnatologia che grazie ai suoi studi possiede specifiche competenze per l’identificazione e la risoluzione di vari problemi gnatologici quali malocclusioni, disordini cranio cervico mandibolari, bruxismo, alterazioni dell’articolazione temporo-mandibolare. L’apparato stomatognatico non solo è di fondamentale importanza per la masticazione, la deglutizione o la fonazione, ma è anche legato, attraverso l’articolazione temporo-mandibolare, al sistema tonico posturale. Per questi motivi lo gnatologo spesso collabora anche con il posturologo, con il chirurgo maxillo-facciale e con l’ortodonzista.

QUANDO

Nonostante la gnatologia clinica si conosca da oltre un secolo, è solo recentemente che viene praticata, grazie ad ulteriori studi di neurofisiologia. Si dovrebbe effettuare una visita gnatologica quando c’è un “click” della mandibola, forti cefalee apparentemente inspiegabili, dolori muscolari soprattutto a carico della cervicale, oppure quando ci sono frequenti infiammazioni del nervo trigemino facciale. Inoltre vi possono essere sintomi posturali dovuti ad una malocclusione quali dolori alla schiena e alle gambe, frequenti strappi o stiramenti.

BRUXISMO

Cos'è e come si cura

Sempre più spesso si sente parlare di persone affette da bruxismo, ovvero il digrignamento involontario dei denti che si presenta nella maggior parte dei casi la notte durante le prime fasi del sonno ma che, soprattutto in condizioni di stress psico-fisico, può presentarsi anche durante la giornata. Il digrignamento dei denti può essere di diversa durata ed intensità. In gnatologia il bruxismo è definito una parafunzione, ovvero un movimento che non è finalizzato a nessuno scopo. Sono in corso numerosi studi per identificare una causa certa del bruxismo, da una parte vi è molto probabilmente un fattore psicologico, dall’altro la causa principale sembra essere sicuramente un non corretto allineamento delle arcate dentarie. Normalmente, in condizioni di riposo, le due arcate dentali non vengono in contatto tra loro, vi è un piccolo spazio di qualche millimetro che le divide. Nei casi di malocclusioni, invece, questo spazio viene a mancare e durante il sonno le arcate dentali sono sempre a contatto tra di loro scatenando il digrignamento dei denti. Il paziente bruxista riferisce, quindi, un affaticamento alla mandibola specialmente al risveglio, insieme ad altri sintomi tipici dei problemi gnatologici (mal di testa, dolori alle orecchie, click della mandibola).

Il bruxismo non è un problema da sottovalutare, bisogna rivolgersi il prima possibile ad uno gnatologo.  Il digrignamento dei denti infatti può avere importanti conseguenze: usura dei denti, danni alle gengivale e piorrea oltre a provocare alterazioni a carico dell’articolazione temporo-mandibolare con conseguenti disordini cranio cervico mandibolari. La soluzione che propone lo specialista durante la visita gnatologica è un apparecchio mobile che viene progettato sul calco del paziente in modo da far muovere la mandibola in modo libero e favorire il rilassamento dei mucosi coinvolti. Non esiste un apparecchio uguale per tutti, ma lo specialista in gnatologia decide quale sia la forma e il materiale migliore da utilizzare in base alla situazione clinica. Il paziente indossa il “bite” durante la notte e, nella maggior parte dei casi, già dopo pochi giorni si osserva un miglioramento dei sintomi ed una qualità del sonno migliore. Con il passare del tempo l’apparecchio dovrà essere regolato dallo gnatologo per adattarsi ai cambiamenti nella bocca.

POSTUROLOGIA

L’apparato stomatognatico è parte integrante di tutto il sistema posturale, esiste infatti un corretto equilibrio tra l’apparato masticatorio e tutti gli altri elementi del corpo che vi sono collegati. Si parla quindi di gnatologia posturale per indicare una scienza medica che non solo studia le funzioni della mandibola, ma analizza anche il rapporto tra l’apparato masticatorio e il resto del corpo. Una malocclusione può avere conseguenze su tutta la postura e in distretti molto distanti dalla bocca determinando dolori e disturbi al tratto cervicale della colonna vertebrale, ai muscoli del collo, alle spalle oltre che lombo-sciatalgia, dolori alle ginocchia ecc. La gnatologia posturale si occupa allora non solo dell’apparato stomatognatico in quanto tale, ma anche degli effetti che una malocclusione può avere sulla postura, sul sistema nervoso, sulla respirazione polmonare e cranio-sacrale.

POSTUROLOGIA NELLO SPORT

Quando i denti sono in posizione di riposo fisiologico, i muscoli del collo, testa, torace e addome sono rilassati, consentendo a tutti gli altri muscoli di funzionare ad un livello superiore (aumentando la prestazione e diminuendone l’affaticamento).
Quando la mandibola è rilassata e scende leggermente in avanti, amplia le vie respiratorie. L’aumentato ingresso di ossigeno consente di liberare (sciogliere) i muscoli coinvolti nello sforzo fisico, compresi quelli della schiena e addome, per il reclutamento. Studi Nazionali e Internazionali hanno dimostrato che gli atleti una volta dotati di un apparecchio mobile (bite) a protezione della bocca mostrano migliorate le proprie prestazioni (aumento del 12 % della velocità, 25% in meno di produzione di acido lattico, aumento della forza, aumento della resistenza). Negli ultimi anni, tra gli atleti delle più svariate discipline, si è sempre più diffuso l’impiego del bite.

Del rapporto tra occlusione e postura nello sport si parla già da molto tempo, ma negli ultimi anni si sta realmente prendendo coscienza di quanto la malocclusione possa effettivamente ripercuotersi sull’atteggiamento posturale dell’atleta, compromettendo così la prestazione e aumentando il rischio di infortuni. Negli sportivi di alto livello soprattutto, anche una minima variazione di equilibrio si può tradurre in variazioni dell’intensità della forza e delle capacità di coordinazione, oltre a provocare l’insorgere di uno stato di tensioni muscolari che si ripercuotono negativamente sull’intero corpo, diminuendone le potenzialità atletiche globali. Quindi, il bite diventa lo strumento in grado di migliorare in maniera naturale le prestazioni degli atleti, proprio perchè con l’ottimizzazione dei rapporti posturali si ottengono molteplici benefici tra i quali un minor consumo di energia e una migliore espressione della forza fisica e mentale.

DISTURBI DEL SONNO

I disturbi del sonno, pur conosciuti fin dall’antichità, hanno visto negli ultimi cinquant’anni un progressivo aumento di interesse. In particolare si è visto come i Disturbi Respiratori nel Sonno, e in particolare la Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno (OSAS), inizialmente considerati in ambito neurologico, possono inserirsi nella patogenesi di molti quadri clinici, che rientrano nelle abituali competenze di varie specialità come la Cardiologia, Endocrinologia, Urologia ecc. Da qualche anno anche l’Odontoiatria è entrata a far parte del pool di specialità interessate, grazie all’efficacia che si è riscontrata nella terapia dell’OSAS per via occlusale, con l’uso di dispositivi intraorali (Oral Devices) nell’adulto e con il trattamento ortodontico nel bambino.
I disturbi del sonno sono molto frequenti: il russare riguarda il 30% degli adulti, ma oltre i 60 anni può interessare il 60% circa degli uomini ed il 40% delle donne. Va sottolineato che il russare, anche se non raggiunge i parametri francamente patologici che configurano l’OSAS, costituisce motivo di disturbo del sonno del compagno di letto e dei famigliari.

Effetti

Un’efficace terapia dell’OSAS può indirettamente fornire valido contributo terapeutico a tutta una serie di patologie correlate, spesso impropriamente confinate nei rispettivi ambiti specialistici: pneumologico, cardiologico, endocrinologico, neuropsichiatrico. Inoltre la sonnolenza diurna e il calo di attenzione che l’OSAS favorisce è causa di un dimostrato aumento dei rischi di incidenti automobilistici e sul lavoro.

Terapia

Un punto di forza dell’approccio odontoiatrico nell’ambito delle apnee notturne è dato dalle caratteristiche conservative, poco invasive e totalmente reversibili della terapia dell’OSAS per via occlusale. È compatibile con qualunque trattamento medico e può contribuire a limitare la prescrizione farmacologica. Grazie all’assenza di rischi biologici e per la maggior “compliance” da parte del paziente rispetto alle altre terapie proponibili, il trattamento dell’OSAS per via occlusale è destinato a crescere nell’attenzione degli specialisti.

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