Ci sono molti modi per addolcire un caffè o un the. I genitori, attenti a leggere gli ingredienti di una merendina o di una bibita, possono porsi delle domande di fronte ai nomi degli zuccheri contenuti in esse.
Quali sono i dolcificanti di origine naturale utilizzati negli alimenti e quali sono sicuri per i bambini?
Lo zucchero raffinato e quello di canna sono i dolcificanti più usati negli alimenti e nelle bevande. Ci sono varie forme disponibili: polvere, granulare, cubetti e sciroppo. Il loro sapore non cambia quando è scaldato, ciò li rende ideali per l’uso nelle bevande calde e nei prodotti cotti. Non sono conosciute vere e proprie allergie ad essi. Oltre a questi zuccheri, ci sono altri tipi di dolcificanti.
Il fruttosio è molto popolare. Teoricamente è anche meno costoso dello zucchero di canna. Molti nutrizionisti e diabetologi consigliano il fruttosio ai pazienti diabetici, perché, avendo un indice glicemico più basso dello zucchero, modula meglio la produzione di insulina, e, avendo un maggiore potere dolcificante, se ne usa di meno. La maggior parte dei medici non raccomanda ai diabetici grandi quantità di questo dolcificante, ma consigliano, invece, il miele, perchè diluito, infatti, esso è una soluzione costituita principalmente da acqua, fruttosio e glucosio (un altro tipo di zucchero). Ma anche il miele è causa di carie, come tutti gli altri zuccheri citati.
Molti prodotti contengono zucchero, senza però nominarlo direttamente, e, quindi, si leggono ingredienti come il succo disidratato di canna, il succo di barbabietola concentrato, il maltosio. Stesso discorso vale per il fruttosio, il quale compare nelle liste degli ingredienti come sciroppo di fruttosio, sciroppo di mais, succo di pera o mela concentrato, e levulosio.
Per sapere l’effettivo contenuto di zuccheri di un prodotto, si devono dividere le calorie indicate per gli zuccheri nella tabella stampata sull’etichetta per 4 per trovare il numero di cucchiaini di zucchero assunti.
Molti succhi di frutta industriali, che beviamo ogni giorno, hanno più zucchero di quanto possiamo immaginare, per non parlare delle bibite gassate, che contengono ancora più zucchero a parità di volume. La grande bibita, che accompagna un hamburger in molte catene di fast food, può avere più calorie che l’hamburger stesso.
Come si fa a ridurre il rischio di carie pur lasciandosi andare a qualche golosità?
Basta ridurre la frequenza di consumo degli zuccheri.
Quando i batteri cariogeni vengono a contatto con lo zucchero, producono acido. L’acido consuma lo smalto e porta alla formazione delle carie. Fino a trenta minuti dopo l’eliminazione dello zucchero dalla bocca, questi batteri continuano a produrre acido. È per questo che nel bambino, che assume bevande zuccherate (compreso il latte materno) in più momenti nell’arco anche della stessa ora, o nell’adulto, che beve bevande zuccherate o mangia caramelle per tutta la giornata, si svilupperanno carie. Dolci appiccicosi, come la frutta secca (uvetta e prugne), si attaccano ai denti e allungano il tempo di contatto dello zucchero con la superficie dei denti, e, quindi, aumentano la quantità di zucchero trasformata in acido da parte dei batteri. Per diminuire la carie, serve ridurre la frequenza di assunzione di zucchero nell’arco della giornata, concentrandola dopo i pasti, e lavare i denti ogni volta che li si assume, quindi, anche dopo la merenda pomeridiana dei bambini.